Fino ad ora abbiamo descritto la
Valle: i suoi prati e i suoi boschi, le acciottolate viuzze di
Casasco e il traffico tentacolare di
San Fedele, le vie dello shopping di
Lanzo e l'esclusiva
Erbonne, la vita all’aria aperta insomma. Ma
il gruppaccio molto del suo prezioso tempo l’ha passato nei locali. Alcuni vivono, altri sono ormai dimenticati, altri ancora ci sono, ma hanno perso il loro fascino. I locali non sono uno sfocato sfondo alle nostre serate, ma veri e propri protagonisti: influenzano i discorsi, l’esperienze e persino le scelte. Alcuni ci hanno fatto sentire a casa tanto da tornarci e ritornarci quasi a voler cercare il limite oltre quale trovare la noia, ma poi, da un giorno all’altro spariscono, loro o la loro atmosfera; altri non ci hanno mai convinto appieno, torniamo sì, ma con circospezione proviamo a guardarli da un’altra angolazione, magari da sotto un ombrellone, ma poi si finisce per andarsene: una volta, si dice, anche prima di quando fosse lecito. In alcuni locali bisogna andarci, almeno una volta l’anno, sono bellissimi e fanno fare bella figura di fronte a chi, del gruppaccio, non è un habituè nonostante conosca la Valle da trentacinque anni.
Altri locali nella Valle sono fuori luogo, e resistono poco, così come alcuni di noi lì, ma spesso osservare un pesce fuor d’acqua può essere un’esperienza esilarante, soprattutto se per essere presente ha camminato per qualche chilometro nella notte.
Cambiano le persone, cambia il locale, ma il riferimento rimane sempre, da Casasco la vista della
Valle rimane
verde.
Un locale, infine, ha persino attraversato trent’anni in una notte ma, dimostrandoli tutti, siamo stati ben felici che fosse buio pesto e pochi se ne siano accorti.