Ehi, c’è il Festival!
A me, il Festival, annoia; penso sia pressoché impossibile per un essere senziente non pigiare uno a caso degli altri 9 tasti del telecomando accanto all’1, durante una qualunque delle serate sanremesi.
Detto ciò, affermo con malcelata soddisfazione di guardare il Festival di Sanremo. Quello che più mi colpisce è il vestito che ogni anno gli viene cucito addosso, fatto di trasmissioni contorno che occupano l’intero palinsesto rai e mediaset, di speciali all’interno dei TG e della discesa in massa sulla riviera ligure delle più rinomate firme musicali e non.
Ogni anno calano gli ascolti, ma restano di una quantità tale da impressionare, soprattutto se ponderati per la qualità del prodotto offerto.
Non vorrei tornare su argomenti già trattati, ma guardare Sanremo e il festival di pippobaudo, e farlo con l’occhio dissacrante gialappiano, è quantomeno divertente!
Fenomeni nazional-popolari come questo mi affascinano per la loro forza di coinvolgimento trasversale che spinge all’incontro gruppi eterogenei di persone capaci di confrontarsi sullo stesso tema: nonni, blogger, intellettuali, adolescenti, manager e chi più ne ha più ne metta. È assimilabile all’effetto dei GF di successo, delle Notti Bianche, di alcuni film o libri di affermazione popolare (3MSC, Harry Potter, Codice da Vinci), abbassando il registro della loro comunicazione coinvolgono una massa eterogenea di persone. Già, certo, poi sono macchine che producono soldi, ma questo è un altro discorso.
Detto ciò, affermo con malcelata soddisfazione di guardare il Festival di Sanremo. Quello che più mi colpisce è il vestito che ogni anno gli viene cucito addosso, fatto di trasmissioni contorno che occupano l’intero palinsesto rai e mediaset, di speciali all’interno dei TG e della discesa in massa sulla riviera ligure delle più rinomate firme musicali e non.
Ogni anno calano gli ascolti, ma restano di una quantità tale da impressionare, soprattutto se ponderati per la qualità del prodotto offerto.
Non vorrei tornare su argomenti già trattati, ma guardare Sanremo e il festival di pippobaudo, e farlo con l’occhio dissacrante gialappiano, è quantomeno divertente!
Fenomeni nazional-popolari come questo mi affascinano per la loro forza di coinvolgimento trasversale che spinge all’incontro gruppi eterogenei di persone capaci di confrontarsi sullo stesso tema: nonni, blogger, intellettuali, adolescenti, manager e chi più ne ha più ne metta. È assimilabile all’effetto dei GF di successo, delle Notti Bianche, di alcuni film o libri di affermazione popolare (3MSC, Harry Potter, Codice da Vinci), abbassando il registro della loro comunicazione coinvolgono una massa eterogenea di persone. Già, certo, poi sono macchine che producono soldi, ma questo è un altro discorso.
1 commento:
lo sapevo che prima o poi nelle ricerche arrivava il pirla che digitava 'de cairolis vivere' invece che de carolis vivere..genio...anche 'sto qua io mi chiedo:"ma perchè è entrato lo stesso nel blog?"..ripeto,genio..x quanto riguarda sanremo ok sulla gialappa e sugli speciali a mai dire che mi piegano in due,ma non vedo un secondo in diretta su raiuno dal'93 mi pare...'mistero'enrico ruggeri..avevo 14 anni..e mi vergogno comunque..sul discorso in generale,d'accordo..tranne che ti ripeto,io personalmente non ce la faccio fisicamente a guardare la diretta..neanche col richiamo radiofonico di quei tre...
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